Da tempo, gli scienziati sanno che ci troviamo all'interno di una regione calda e a bassa densità dell'universo, chiamata Bolla Calda Locale, la cui larghezza è stimata in circa 300 anni luce. Questa regione si sarebbe formata a causa di potenti esplosioni stellari note come supernove (dal latino supernovae). Il gas circostante si è riscaldato, creando un ambiente caratterizzato da bassa densità e alta temperatura.
Per comprendere meglio l'ambiente spaziale, gli scienziati del Max Planck Institute in Germania si sono avvalsi del telescopio a raggi X eRosita, lanciato nell'ambito della missione Spectrum-Roentgen-Gamma. Uno dei suoi principali obiettivi è mappare il gas caldo nello spazio, rivelando così informazioni cruciali sui resti di supernove e sull'ambiente circostante.
Grazie ai dati raccolti dallo strumento eRosita, il Dott. LL Sala e il suo team di astronomi del Max Planck Institute hanno rilevato la presenza di un canale di plasma caldo e a bassa densità, che si estende dal nostro Sistema Solare fino alle costellazioni più lontane, in particolare verso la costellazione del Centauro. Ma non solo: nuovi dati suggeriscono l'esistenza di un secondo tunnel cosmico, che collega il nostro Sistema Solare alla costellazione del Cane Maggiore e probabilmente poi ad un altra superbolla vicina.
Questi canali, ritengono gli studiosi, farebbero parte di una rete stellare più ampia e potrebbero rappresentare una sorta di percorsi interstellari secondari, modellati da processi dinamici e influenzati dalle esplosioni stellari avvenute in un lontano passato.
Da millenni, astronomi e visionari hanno sognato di viaggiare attraverso wormhole spaziali, collegando punti distanti nello spazio e nel tempo. Questa idea è stata ampiamente esplorata in numerose opere di fantascienza, ma chissà se un giorno potrebbe diventare realtà. La recente scoperta di questi tunnel cosmici potrebbe rappresentare la chiave per sbloccare questo incredibile potenziale e portarci ancora più lontano nella nostra comprensione dell'universo.