Una possibile risposta arriva da un gruppo di scienziati che, traendo ispirazione dalla natura stessa, ha dimostrato l'esistenza di un nuovo metodo compatibile con l'economia circolare, uno dei punti cardine dell'Agenda 2030, il programma sottoscritto dalle nazioni dell'ONU nel settembre 2015.
Per comprendere al meglio il funzionamento, è utile ricordare il ciclo del principale polimero presente nel corpo umano, ovvero le proteine.
Usando le parole di Giaveri, uno dei ricercatori dietro questo nuovo metodo di riciclaggio, le proteine possono essere paragonate a delle collane di perle, i cui componenti sono degli elementi più piccoli chiamati monomeri (nel caso particolare delle proteine, i monomeri prendono il nome di amminoacidi). Durante il metabolismo, le proteine vengono depolimerizzate e scomposte in amminoacidi per dar vita a una nuova proteina, diversa dalla precedente ma comunque simile ad essa.
Allo stesso modo, i ricercatori hanno ideato un metodo per decomporre la plastica (che anch'essa è un polimero) così da formare un materiale simile, ma che possa essere riutilizzato. Come mostrato nel loro articolo, lo schema sfruttato è approssimativamente il seguente:
La ragione per cui questo approccio getta le basi per un futuro più ecosostenibile è presto spiegata dal legame con l'economia circolare: dato che a ogni nuova fase di riciclo si può passare a qualche altro materiale (e non un materiale di qualità inferiore, come spesso accade con altri metodi), i tempi di utilizzo della plastica riciclata si allungherebbero, diminuendo di conseguenza i rifiuti inquinanti.
Nonostante ciò, il riciclo non potrebbe essere ripetuto all'infinito, a causa del livello di complessità dei polimeri che verrebbero a generarsi dopo un certo numero di depolimerizzazioni. Per questo, il problema non verrebbe completamente risolto, ma notevolmente arginato.
In base a quanto detto, ci si potrebbe aspettare di vedere da subito un cambiamento radicale nella gestione della plastica, ma questo purtroppo non sarà possibile, non in un futuro prossimo almeno. Come i ricercatori hanno sottolineato nel loro articolo, questo metodo è senza alcun dubbio più efficiente degli altri, ma la tecnologia richiesta per attuare una tale operazione richiederà decenni (o forse più) prima di essere sviluppata e applicata in questo settore.
A questo punto, nell'attesa di ulteriori sviluppi su questo fronte, non rimane che aspettare ed evitare di peggiorare la situazione, semplicemente non inquinando volontariamente l'ambiente. Un gesto apparentemente banale come seguire la raccolta della plastica può aiutare a contenere il disastro ambientale attualmente in atto.
FONTE: Giaveri, S. et al. Nature-Inspired Circular-Economy Recycling for Proteins: Proof of Concept. Advanced Materials. First published: 23 September 2021