La fotografia restituita dal rapporto "TEA" è complessa e presenta numerose luci ed ombre. Da una parte, negli ultimi decenni è stata registrata un’accelerazione del processo di riforestazione, a discapito dei terreni dedicati all’agricoltura. Il territorio boschivo rappresenta oggi il 37% circa del totale, superando i dati di Paesi come Germania e Svizzera. L’ISPRA, tuttavia, sottolinea la necessità di prestare attenzione a particolari tipologie di foreste, come i boschi umidi, spesso minacciati dall’azione dell’uomo. Buone notizie anche sul fronte delle aree protette, che sono in costante aumento: nonostante ci sia ancora del lavoro da fare per raggiungere il target Europeo fissato per il 2030, sono previste 23 nuove aree marine protette.
Una delle notizie migliori arriva proprio dal fronte della tanto discussa riduzione di emissioni inquinanti. La crescente capacità dei boschi e suoli di assorbire CO2 insieme con l’impegno dei grandi utilizzatori, che dispongono delle risorse per investire in nuove tecnologie più efficienti, ha portato le emissioni a ridursi negli ultimi 30 anni del 19% rispetto al 1990.
Tra le notizie meno positive c’è la preoccupazione per la presenza di ozono (O3) a bassa quota d’estate e la situazione della qualità dell’aria di alcune zone, specialmente quelle metropolitane della Pianura Padana. Qui, infatti, l’orografia non permette la diffusione degli elementi inquinanti ed anzi ne favorisce la concentrazione specialmente nei bassi strati. La nota positiva, però, è invece rappresentata dalle normative sempre più stringenti di cui iniziano a vedersi i primi risultati.
Critico è anche l’aspetto del clima, ISPRA sottolinea la necessità di un importante sforzo globale. Per quanto riguarda la situazione italiana, il rapporto "TEA" evidenzia come il 2020 abbia chiuso il decennio più caldo di sempre, mentre i mari italiani negli ultimi decenni hanno avuto temperature superiori alla media. Proprio l’ambiente marino è uno dei nodi più problematici sotto molti aspetti. Da un lato il 90% delle popolazioni di pesci risultano sovrasfruttate con un’intensità tra le due e le tre volte quella sostenibile, dall'altro cresce vertiginosamente ovunque la presenza di materiali plastici.
Altri segnali positivi sono dati dall’incremento e dal rinforzo dell’economia circolare e di più efficienti sistemi di riciclaggio. I dati sul consumo del suolo, invece, dipingono un panorama di record europei negativi per la nostra penisola, dove il consumo del suolo prosegue con un ritmo di due metri quadri al secondo. Secondo l'ISPRA l’obiettivo europeo di azzeramento entro il 2050 appare molto difficile. Le altre transizioni richiederanno nuove infrastrutture sul territorio, dai campi fotovoltaici per la transizione energetica, a nuovi impianti per il recupero ed il riciclo dei materiali per la transizione all’economia circolare.
Il panorama proposto dal "TEA-Transizione ecologica aperta", in generale, si può dire variegato e chiaroscuro. Il rapporto ci ricorda che c’è ancora tanto da fare, ma che, forse, nulla è ancora del tutto perduto.
Per ulteriori approfondimenti sull'argomento:
· Il Video dell'evento presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio.
· Il documento completo scaricabile TEA - Transizione Ecologica Aperta di ISPRA.
· La pagina di sintesi con tutte le risorse dell'evento sul sito di ISPRA.