Il WWF, durante il World Oceans Day, ha dichiarato che, se non ci sarà un cambiamento radicale nei prossimi anni, a breve il Mar Mediterraneo potrebbe diventare un vero e proprio mare di plastica. Vi riportiamo i numeri utilizzati dalla storica organizzazione ambientalista per comprendere meglio su quali basi sono state fatte queste gravi affermazioni.
8 milioni di tonnellate = quanta plastica finisce nell'oceano ogni anno !
8 miliardi di dollari = l’ammontare dei danni arrecati all'oceano dalla plastica ogni anno !
2050 = l'anno in cui gli oceani saranno popolati più da plastica che da pesci ed animali marini, qualora non cambiasse nulla a riguardo.
Come è possibile tutto ciò?
La plastica è una delle più grandi minacce ambientali che affliggono il pianeta, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite e purtroppo, il nostro Mar Mediterraneo presta livelli record di microplastiche (concentrazioni quasi 4 volte superiori a quelle registrate nell’ “isola di plastica” del Pacifico settentrionale). Le microplastiche sono piccoli pezzi di plastica di dimensioni inferiori ai cinque millimetri che si possono trovare sempre più nella catena alimentare e rappresentano una minaccia, oltre che per l’ambiente, anche per la salute umana.
La plastica rappresenta, infatti, il 95 per cento dei rifiuti che galleggiano nel Mediterraneo e che son o presenti sempre più numerosi sulle sue spiagge, con la maggior parte di essi provenienti dalla Turchia e dalla Spagna, seguiti da Italia, Egitto e Francia, secondo recenti analisi.
Lo studio suggerisce inoltre che, l'alta concentrazione di materie plastiche del Mediterraneo, potrebbe essere il risultato, in primo luogo, dell'elevata popolazione intorno alle coste, scartando gli oggetti di plastica direttamente nel mare. Notando che non ci sono state stime adeguate per i volumi esatti della quantità di plastica presente nei nostri mari, lo studio sottolinea una stima: il Danubio deposita ipoteticamente circa 1.533 tonnellate di plastica nel Mar Nero, radicando nel cuore dell’Europa la prima fonte di arrivo di plastica.
Una seconda fonte potrebbe provenire dall'Atlantico, dove "l'acqua dell'Atlantico leggera" scorre attraverso il "flusso più denso e profondo delle acque del Mediterraneo" attraverso lo Stretto di Gibilterra, facendo sì che il Mediterraneo agisca come un "bacino convettivo" per l'Atlantico.
Il Mar Mediterraneo rappresenta meno dell'uno per cento della superficie oceanica globale, ma ospita dal 4 al 18 per cento di tutte le specie marine. L'industria della pesca, l'acquacoltura, il trasporto marittimo e il turismo costiero sono tutte le principali fonti di reddito per le nazioni del Mediterraneo, che potrebbero essere significativamente influenzate dai crescenti problemi associati all'inquinamento marino di plastica.
Per affrontare il problema, ci deve essere un accordo internazionale per ridurre lo scarico di rifiuti di plastica e per aiutare a chiarire il caos in mare, ha detto il WWF.
Tutti i paesi del Mediterraneo dovrebbero incrementare il riciclaggio, vietare la plastica monouso e eliminare gradualmente l'uso di microplastiche nei detergenti o nei cosmetici.
Secondo alcune stime, ogni anno vengono utilizzati in tutto il mondo ben cinque miliardi di sacchetti di plastica.
"Il nostro mondo è invaso da rifiuti di plastica dannosi", ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. "Le microplastiche nei mari ora superano le stelle nella nostra galassia e, fino ad arrivare alle più remote isole dell'Artico, nessun luogo è esente da questo tipo di inquinamento". "Se le tendenze attuali continuano, entro il 2050 i nostri oceani avranno più plastica che pesce", ha aggiunto.
A livello globale, otto milioni di tonnellate di plastica vengono scaricate nell'oceano ogni anno, uccidendo la vita marina e entrando nella catena alimentare umana, secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite.
Negli ultimi mesi, la Commissione europea ha chiesto il divieto di prodotti in plastica monouso, tra cui posate e cannucce, nel tentativo di combattere l'inquinamento da mare e spiaggia.
Le proposte includono anche obblighi per i produttori di contribuire a coprire i costi di pulizia e gestione dei rifiuti per articoli come mozziconi di sigarette, salviettine umidificate e sacchetti di plastica leggeri presenti, in numero sempre più presente sia sulle nostre spiagge che nei nostri mari.
Speriamo che presto questi provvedimenti diventino ufficiali ma, intanto, iniziamo a rispettare di più, anche nel nostro piccolo, i nostri mari e il nostro ambiente. Anche piccoli gesti quotidiani come la raccolta differenziata, l’utilizzo di prodotti biodegradabili e biologici e una maggiore consapevolezza verso le tematiche ambientali, possono davvero fare la differenza, rendendoci parte di un progetto globale, planetario all’insegna del rispetto e dell’amore verso il pianeta terra, verso la vita.
Per finire vi segnaliamo la petizione "Salviamo gli Oceani dalla plastica" promossa dal WWF.