Il 2021, forse ancora più dell'anno precedente, è stato infatti un importante momento di dibattito e ragionamento circa le questioni ambientali e la necessità urgente di una transizione realmente ecologica su più fronti. Da una parte, la pandemia continua a mettere fortemente alla prova la popolazione mondiale, offrendo allo stesso tempo uno spunto di ragionamento per comprendere la portata effettiva e a volte indiretta che l'impatto umano ha sull'ambiente. Dall'altra parte, però, il 2021 è stato anche il cosiddetto anno della ripartenza, una ripartenza che, almeno a parole, si sarebbe dovuta declinare all'insegna della sostenibilità: la COP26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021) svoltasi a novembre a Glasgow, il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e l'istituzione di un Ministero della Transizione Ecologica sono solo alcuni degli esempi di fattori che hanno concorso ad accrescere le aspettative. Tuttavia, stando al bilancio del WWF, c'è una palese reticenza nell'intraprendere politiche veramente decisive per intraprendere la strada verso la decarbonizzazione e, allo stesso tempo, rimane ancora troppo marginale lo sforzo per la conservazione della biodiversità.
Non sono comunque mancati segni di vitalità: tra le altre decisioni importanti, il rapporto menziona per esempio il Green Deal europeo e la decisione del Portogallo di abbandonare il carbone con 9 anni in anticipo rispetto al previsto. Il WWF riconosce poi altri importanti traguardi come una nuova Strategia per il suolo per il 2030 e una nuova Restoration Law per il ripristino degli ecosistemi, entrambe approvate nel quadro dell'Unione Europea. L'associazione riconosce inoltre il virtuosismo dell'operato della commissione generale per la Pesca in Mediterraneo per contrastare la pesca illegale.
Ci sono tuttavia anche diverse note dolenti. Tra queste, proprio la mancata presa di posizione decisiva durante la COP26, ma anche il record di incendi estivi in zone come Grecia e Turchia e la fallimentare norma europea della Politica Agricola Comune per il 2022, che non recepisce il Green Deal europeo. Anche la mancata introduzione della plastic tax, posposta al 2023, è per il WWF da considerarsi una cattiva notizia.
Se quindi è ragionevole dire che non è andato tutto male, è altrettanto ragionevole dire che non è ancora andato abbastanza bene. Il 2022 deve quindi diventare un anno di svolta reale, specialmente in vista degli obiettivi del 2030 che si avvicinano sempre più.
Per ulteriori approfondimenti sull'argomento:
· Area stampa sul Sintesi del bilancio 2021 del WWF.
· Il documento completo scaricabile Bilancio WWF 2021.